
Alessio Lattuca
Illustre On.le Ministro Pecoraro Scanio,
come già segnalato al Ministro Rutelli risulta opera meritoria che il Governo centrale promuova una campagna di sensibilizzazione qual’è “Maratonarte” per salvare taluni beni culturali, altrimenti abbandonati al loro triste destino.
Purtroppo però, a tale impegno non corrisponde altrettanto interesse alle questioni che interessano
In un luogo già parzialmente compromesso dagli insediamenti industriali presenti nell’area
Il Prof. Argan definì, a ben ragione, i tolli presenti in Agrigento e nel territorio prossimo alla Valle “criminalità edilizia”.
Esiste una diffusa convinzione che le “sensibilità verso la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici” oggi siano evolute positivamente.
Purtroppo bisogna prendere atto che in questo luogo geografico le cose non siano cambiate.
Infatti l’eventuale insediamento confermerebbe che Porto Empedocle, Agrigento e
Inoltre, l’impatto ambientale e visivo sarebbe disastroso e pregiudicherebbe il modello
E’ facile immaginare cosa significherebbe per un luogo di culto qual’è la Valle del Templi, vedere la fila ogni giorno di navi gasiere da
A proposito dei destini della Valle dei Templi e per evitare che possa essere cancellata - per via delle predette scelte - dai siti Unesco (come già anticipato dal Prof.
Risulterebbe estremamente significativa la Sua partecipazione alla manifestazione nella quale, potrà rassicurare la comunità che la procedura relativa all’eventuale rilascio delle previste autorizzazioni
terrà nella dovuta considerazione la tutela ambientale e la salvaguardia della Valle dei Templi.
In attesa di incontrarLa è gradita l’occasione per inviare i più cordiali saluti.
Illustre Sindaco,
abbiamo appreso da fonti non ufficiali che
È superfluo ricordare che il Piano Strategico è uno strumento partecipato e condiviso e che
Ricordiamo che entro i prossimi mesi, la Regione pubblicherà alcuni bandi a valere sul nuovo Programma Operativo FESR su cui sono concentrati i Fondi Comunitari ed il Comune è ancoro sprovvisto di un Piano Operativo ricco di progetti che non siano i vecchi progetti giacenti nei cassetti da tirar fuori all’occasione!
In attesa di conoscere
Preg.mo
Ministro dei Beni Culturali
Via del
00186 ROMA
Ill.mo Dott.
Sindaco della Città di Agrigento
Palazzo di Città
Piazza Pirandello
92100 Agrigento
Illustre Sindaco,
dietro l’angolo – anche per le Città di Agrigento e Porto Empedocle e, probabilmente, per tutto l’hinterland – potrebbe esserci un formidabile regalo.
Si moltiplicano, infatti, gli esperti che annunciano una accelerazione del boom del Mediterraneo sia per il traffico di merci che per gli enormi flussi di turismo del quale si avvantaggerà ovviamente chi per il gioco dei destini vi si trova geograficamente collocato.
Proprio mentre si segnalano queste eccezionali opportunità bisogna, tuttavia, sottolineare che esistono almeno due pericoli: le scelte insensate e l’inerzia.
E’ evidente che
Il “mercato” oggi più che mai – in presenza di sistemi globali e ipercompetitivi – richiede professionalità ed organizzazione dell’offerta.
Per competere è necessario creare un circolo virtuoso per il quale sono indispensabili da un lato le infrastrutture materiali e dall’altro le infrastrutture sociali: il capitale umano che costituisce il valore aggiunto per competere.
Pertanto – dato l’impegno che prevedono obiettivi così importanti - la classe dirigente e la città nel suo complesso non possono, ancora, limitarsi ad essere, prevalentemente, spettatori o peggio connotarsi per decisioni “in controtendenza”.
Il secondo pericolo è tutto interno e dipende dal vischioso clima politico e dall’inerzia che può derivarne. Tutto ciò è superfluo sottolinearlo: non
Nonostante le recenti polemiche che hanno caratterizzato il clima elettorale e il dibattito che ne è seguito ad elezioni concluse, nonostante la città abbia chiaramente fatto capire che si attende dai politici - siano essi al governo che all’opposizione - senso di responsabilità piuttosto che i noti comportamenti: il programma per la città stenta a farsi strada per evidenti ragioni.
A questo punto è urgente tentare di riflettere sul passato per costruire un futuro più dignitoso, per dare risposte agli annosi ed irrisolti problemi, per dare risposte alle imprese che operano in un territorio a ritardo
Esiste inoltre, l’obbligo di ricordare a chi ha responsabilità politica che la città si sta giocando un’occasione irripetibile per: dare una spallata
A tale proposito, presso la sede di
Dopo un articolato e significativo dibattito, che ha registrato interesse e condivisione da parte di tutti i presenti, si è proceduto alla predisposizione di un protocollo d’intesa, diretto a stimolare il dibattito con i rappresentanti delle Istituzioni, del Ceto Politico, del mondo associazionistico e, possibilmente, a creare un tavolo
Il dibattito ha registrato interventi volti ad accendere i riflettori sulle tematiche inerenti l’analisi del territorio e delle sue naturali vocazioni a partire dall’agricoltura di qualità e dal turismo e ovviamente dal formidabile patrimonio archeologico ed ambientale.
D’altro canto i tavoli di concertazione previsti dalle norme di finanza negoziata (Contratti di Programma, Pit, Pir e, in ultimo, Piani Strategici) hanno individuato quali trainanti i predetti settori concentrando attorno ad essi misure e risorse del POR Sicilia.
I Piani Strategici, in quanto strumenti di democrazia partecipativa (attraverso i quali le Città di: Agrigento, Porto Empedocle, Favara, Aragona, Raffadali e Siculiana sono chiamate a costruire il proprio futuro, definendo il disegno politico dello sviluppo in una prospettiva di medio - lungo termine) hanno il fine di individuare la mission del territorio e, possibilmente, di renderlo interessante per gli investitori..
Peraltro è ormai opinione diffusa che tutti i soggetti presenti nel territorio - portatori di specifici interessi - hanno il compito di contribuire ad elaborare gli indirizzi di programmazione economica e di pianificazione territoriale di carattere integrato.
Nel senso di puntare a valorizzare gli effetti che derivano dalla messa in rete delle diverse politiche: qualità della vita, formazione, turismo, beni culturali ed ambientali, agroalimentare di qualità, per definire un modello condiviso di sviluppo.
Mentre i soggetti in campo nelle città - che compongono di fatto un’area metropolitana – tentano di muoversi in una direzione moderna efficace e, soprattutto, condivisa: a quanto pare qualcuno - in totale “solitudine” - opera scelte ostili
A tale proposito si sono chiesti i presenti: se corrispondono al vero le voci che si riferiscono all’approvazione del progetto da parte della Commissione Regionale preposta e, in tale ipotesi, come si possa giustificare un insediamento così improponibile alla luce delle tanto declamate “vocazioni”. Si sono chiesti soprattutto come sarà possibile dare risposte alla recente diffida trasmessa al Presidente della Regione Siciliana dal responsabile dell’UNESCO Prof. Gianni Pugliesi, alle denuncie che provengono da autorevoli associazioni come il FAI e all’appello firmato da un nutrito numero di intellettuali di fama internazionale.
I quali probabilmente, hanno più a cuore le sorti di luoghi mistici quali sono
Tenuto conto inoltre, che è largamente condivisa a tutti i livelli l’opinione – inserita come idea portante nel POR Sicilia - che
Che di fatto in tutta l’area interessata vi è una notevole presenza di strutture ricettive “a rischio” (Hotel Dioscuri Bay Palace, Hotel dei Vescovi, Baglio della Luna e Hotel Kaòs recentemente acquisito, con un investimento di molti milioni di euro, da una compagnia internazionale che pensava di impiegare i propri denari in un posto normale) e di balneazione, nonché una remunerativa attività peschereccia e che, presumibilmente, si possano insediare nell’area dimessa cantieri di nautica da diporto.
Che da quanto risulta dai quotidiani, sembrerebbe che, recentemente, sia stato affidato dagli attuali concessionari - titolari dell’area dismessa ex Montedison (da recuperare e bonificare) all’impresa Moncada, per la realizzazione di un sistema integrato di servizi.
Alla luce delle valutazioni espresse è emersa l’urgenza di riconsiderare le scelte fin qui operate dalle società interessate (vedi piano di imbatto ambientale) e stabilire un programma: in linea con l’idea di sviluppo già individuata e, ovviamente, più adatto alle reali esigenze.
Per potere cogliere – soprattutto - le opportunità offerte dalla normativa regionale, nazionale e comunitaria e, in ultimo, dalla “Carta degli aiuti regionali” che individua le migliori politiche per le aree svantaggiate dirette a condizioni favorevoli per attrarre investimenti.
Un dibattito ampio, concentrato sull’esigenza - per raggiungere tale obiettivo e potere competere nell’ambito dell’area di libero scambio, che le politiche dell’UE con il Protocollo di Lisbona hanno stabilito per il Mediterraneo a partire dal 2010 – di puntare su asset irrinunciabili quali le infrastrutture nel senso più ampio (porti, aeroporti, ferrovie, autostrade, scuola, università) e la valorizzazione dell’impareggiabile patrimonio composto da beni culturali ed ambientali.
L’esigenza di puntare sulle infrastrutture immateriali deriva dall’assunto che non è possibile ipotizzare sviluppo in assenza di capitale umano. Si tratta, tutto sommato, di una equazione facile da definire: livelli più elevati di istruzione, maggiore competenza sono condizioni necessarie per sostenere livelli di espansione e sviluppo adeguati alle moderne esigenze.
L’
Un’occasione indifferibile per
Scelte opportune e mirate potrebbero contribuire a creare le condizioni perché questo luogo geografico con le sue qualità ambientali , con la sua posizione, con la sua storia e la sua stratificazione culturale e archeologica, con la presenza dell’Università, con la presenza dei porti, possa assumere il ruolo - che storicamente e geograficamente gli compete - di cerniera strategica tra le due sponde del Mediterraneo.
E, possibilmente, si adoperi perché il sito riconosciuto dall’Unesco quale Patrimonio dell’Umanità, possa concorrere per ottenere l’ambita certificazione “carbon free” attraverso la quale potrà sedurre i numerosissimi viaggiatori alla ricerca dei pochissimi e ricercatissimi luoghi riconosciuti: non inquinati.
È emersa prepotentemente, tra tutti presenti, la considerazione: “come sia possibile coniugare sviluppo socio – economico, sviluppo turistico ambientale e rispetto della qualità della vita, con una struttura così pericolosa e probabilmente inquinante?”
E, pertanto, all’unanimità hanno espresso visibile disapprovazione per le deliberazioni già adottate dagli Enti e dagli organi preposti al rilascio delle autorizzazioni.
E hanno manifestato l’intenzione di volersi battere per l’affermazione di un principio irrinunciabile: che delle questioni che si riferiscono alla qualità della vita e al futuro delle comunità debbano decidere liberamente i cittadini.
Che la dignità delle persone non deve mai essere oggetto di baratto con interessi economici di tipo individuale. Pertanto risulterà estremamente utile, ovvero indispensabile consultare i cittadini attraverso un moderno ed efficace strumento di democrazia qual è il referendum.
Intanto sottopongono all’attenzione e alla sensibilità dei Sindaci, dei rappresentanti delle Istituzioni e degli Enti in indirizzo la complessità delle problematiche esposte perché possano coglierne appieno la portata.
Con l’auspicio che condividano una visibile e decisa azione diretta a promuovere le iniziative più proficue per sconfiggere l’imminente pericolo di disastro ambientale, culturale ed economico incombente sul territorio.
In attesa di conoscere
COMUNICATO STAMPA
Leggo sui quotidiani che è iniziata una settimana complicata per la Città di Agrigento che vede nell’agenda del Consiglio Comunale una data particolarmente difficile per affrontare il tema del Referendum sul Rigassificatore. Costo previsto 100.000 euro.
Tuttavia, ci aspettavamo una riflessione più articolata da parte del governo cittadino sul da farsi in ordine alle azioni di lotta da intraprendere per una efficace sensibilizzazione della popolazione e degli Organi di Governo al fine di impedire la realizzazione di un impianto industriale così determinante per il futuro del nostro territorio.
Ci avevano assicurato che il caso sarebbe stato studiato dai funzionari del Comune e guidato dall’Amministrazione di governo cittadino.
Siamo delusi.
La prima considerazione è che il referendum della sola città di Agrigento non può influire concretamente sul percorso già in atto.
Anzi, non potrà far altro che determinare un fronte agrigentino differenziato da quello empedoclino, in sostanza potrebbe mettere cittadini contro cittadini. In buona sostanza, servirà a cosa?
Noi siamo stati e siamo dalla parte di coloro che credono intensamente che si debba evitare la costruzione del megaimpianto industriale e che si debba con forza proporre una via alternativa per lo sviluppo che salvaguardi il territorio e ne faccia strumento di qualificazione a dispetto della distruzione avvenuta in passato.
Se si vuole realmente cambiare modo di fare politica e di fare le cose agrigentine, allora suggeriamo all’amministrazione di governo ed al consiglio comunale quanto segue: con il sostegno di esperti legali e di programmazione del territorio ricordiamo al Comune di Agrigento che è proponibile un Referendum a carattere sovra-comunale previsto e disciplinato dallo Statuto della Provincia regionale di Agrigento (art. 73). Questo strumento di partecipazione popolare è indicato in tutti quei casi in cui si voglia influire sulle determinazioni del Piano Territoriale Provinciale, come nel caso delle scelte sulle aree produttive a carattere sovra-comunale (art. 13 l.r. n. 9/86). Il Piano Territoriale provinciale ha il potere di modificare di diritto le scelte comunali con prescrizioni specifiche. Il Comune di Porto Empedocle deve riconoscere in quel caso la supremazia della volontà popolare e del governo della Provincia di Agrigento. Nessun dubbio può esistere sul fatto che l’area del Porto di Porto Empedocle, l’area ASI e l’area ex Montedison e le altre limitrofe siano parte di una vasta area produttiva a carattere sovra-comunale.
Questo è lo strumento corretto giuridicamente e politicamente per affrontare il nodo del Rigassificatore.
Ma non basta!
Noi crediamo che non sia mai stato realizzato un vero studio progettuale e di fattibilità che interessi l’area portuale
Riteniamo pertanto che in tempi brevissimi il territorio debba dotarsi di uno studio di fattibilità sull’intera area in questione che sappia intravedere i progetti
Noi siamo pronti a spendere gratuitamente le nostre risorse umane e tecniche per questo immediato obiettivo ed abbiamo ottenuto sostegno e disponibilità anche da altre forze e LO FAREMO.
Chiediamo all’amministrazione della città se veramente intende cambiare modo di fare politica di mettersi alla testa del movimento non solo per motivi di etica: per dimostrare assieme a quanti sono veramente interessati, quali siano le reali strategie per
Presidente MEDIT